Mindfulness come esercizio di riconoscimento simbolico
di Ivan Paterlini
1. L’epidermide del mondo
James Turrell è un artista legato all’Arte ambientale e uno dei maggiori esponenti di Light and Space. Le opere di Turrell coinvolgono esplorazioni di luce e di spazio e molte delle sue ricerche si basano sulla deprivazione sensoriale. Lo spettatore, attraverso lo smarrimento, viene indotto in uno stato di visione riflessiva che l’artista chiama “vedere voi stessi vedere”, rendendolo consapevole della funzione dei suoi sensi e della luce come sostanza tangibile. Divenire coscienti della nostra esperienza senza cercare di forzarla e modificarla. Ciò che l’autore ci induce a provare davanti alle sue creazioni si avvicina ad una percezione di assenza e, nello stesso istante, di intensa presenza, di stabilità e instabilità; è una percezione del tempo e dello spazio molto vicina alla sensazione di vuoto e di invisibile. Dentro questa forma, si può percepire il silenzio come origine e matrice di parole e di suoni. Tra il vuoto e l’invisibile si manifestano le infinite acrobazie umane. Kafka, nel racconto Primo dolore, racconta di un artista e del suo trapezio, un’arte che si esercita in alto, nelle volte dei grandi teatri. Questo grande artista restava giorno e notte appeso al suo trapezio. Scendeva solo per i faticosissimi trasferimenti da un teatro all’altro. Un giorno, piangendo, chiese al suo impresario un secondo trapezio perché non poteva più vivere con un solo trapezio. Il pianto dell’artista incominciò a disegnare sul suo volto le prime rughe. È solo per sottrazione che si può tendere all’infinito.
È paradossale pensare che la presenza si accompagni all’invisibile e le sensazioni corporee al vuoto, come è paradossale pensare che nelle piccole cose si custodiscano i grandi tesori che ci sanno orientare e arricchire. Scrive Christian Bobin: «nel canto la voce si tace: è sempre un’assenza che si canta» (2018, p. 10). La vita sono i piccoli gesti quotidiani
[…continua nel numero di dicembre 2019]