di Maria Ortolano
«La nostra vita è psicologica, e lo scopo della vita è quello di far di essa psiche, di trovare nessi tra vita e anima» (J. Hillman, Re-visione della psicologia, p. 14). Il nesso tra vita e anima è il filo conduttore di questo lavoro che origina dal pensiero di Hillman e percorre le vie straordinarie dell’arte. Secondo la psicologia hillmaniana “Anima” si riferisce «all’approfondirsi degli eventi in esperienze e la densità di significato che essa rende possibile […] deriva dal suo speciale rapporto con la morte» (ibidem, p. 15). La dimensione dell’anima è la profondità e per poter farne esperienza occorre procedere verso il basso. L’Anima si esprime per immagini, è il luogo della fantasia, dei colori, della creatività. Ma è anche il regno dell’oscuro, del mistero: nell’anima L’io incontra il non-io e si apre all’infinito, a strade magnifiche, inesplorate e spaventose tracciando percorsi che Jung definisce “processi di individuazione” e Hillman “fare anima”. Le immagini, respiro e nutrimento del mondo interiore, si presentano a noi nel sogno e in tutto ciò che è attività creatrice libera e profonda. Ciò fa dell’arte, figlia del sogno, un’altra via regia che porta all’Anima. L’artista, secondo Hillman, è colui che rivela lo straordinario nell’ordinario, che guarda l’ordinario con l’occhio straordinario dell’intensificazione divina (J. Hillman, Politica della bellezza, p. 93). L’artista è portatore d’anima alla vita, è colui che più di tutti manifesta, con la sua essenza, la «mentalità istintiva dell’inconscio» (Cfr. C.G. Jung, L’io e l’inconscio, p. 96) facendole spazio nel mondo con una ricchezza immaginale fuori da ogni pensiero letteralizzato. Michelangelo Buonarroti, il Sublime, uno dei più grandi Maestri di tutti i tempi, così lontano
[…continua nel numero di dicembre 2019]