di Giuseppe Capone
Cosa intendiamo quando utilizziamo la parola persona?
Spesso questo termine viene presentato attraverso un mero utilizzo linguistico, come quando si è soliti affermare “quella è una bella/brutta persona”, in questo caso il linguaggio non tiene conto dei suoi limiti e tende a descrivere, unicamente secondo un giudizio positivo o negativo singoli attributi strutturali o sociali di cui un solo individuo tende ad esserne il custode.
La parola persona deriva dal latino, può assumere il significato di maschera, ovvero si riferisce alle maschere che gli attori indossavano nel recitare i propri personaggi.
Cos’è la persona secondo il pensiero di Jung?
Secondo Jung «la persona è un segmento più o meno arbitrario della psiche collettiva».
Jung afferma che essa non è completamente distaccata dalla psiche collettiva, ma nemmeno riusciamo a coglierne i suoi fenomeni del tutto personali in quanto la storia del singolo soggetto si mescola alla storia dell’umanità collettiva e di conseguenza risulta complesso sciogliere i segmenti uno ad uno per rintracciarne delle sue qualità stabili e unicamente personali.
Quando un individuo accoglie nella sfera della propria coscienza personale contenuti unicamente personali ricavandoli dal materiale collettivo ed erigendoli ad unicità personale mette in moto un meccanismo autoreferenziale e suggestionabile che applica al proprio contenuto cosciente.
Di fatto in questo caso assistiamo a dei veri e propri mascheramenti in cui l’individuo pur di conformarsi all’ideale che ha di sé scarta il materiale derivante dall’inconscio collettivo a favore di contenuti ritenuti positivi e condivisibili dai più.
Jung continua affermando che la Persona non rappresenta nulla di reale e che non appena togliamo la maschera ci appare l’inconscio collettivo.