(Attenzione! Questo è solo un estratto. Puoi leggere l’articolo completo acquistando il vol. n. 2 dicembre 2013)
di Francesca Perone*
Introduzione
La categoria sex offenders viene utilizzata sia dalla psicologia, sia dalla giustizia per definire un comportamento patologico e insieme legalmente perseguibile. Molte forme di patologia psichiatrica o psicologica spingono l’individuo a compiere atti che vanno al di là di ciò che è legalmente consentito, ma mentre la maggior parte suscitano, in chi ha a che fare con il soggetto sentimenti o atteggiamenti mentali di bonaria cautela, la categoria sex offenders genera sempre, invariabilmente, un moto di disgusto. Da ciò scaturisce la difficoltà di trattare questo genere di pazienti/utenti, sia per lo psicologo, sia per l’operatore penitenziario.
Si tratta di un fenomeno in lenta evoluzione e difficile da scoprire, intorno al quale di recente si sono uniti gli sforzi di enti e associazioni (in Italia, ad esempio, “Save the Children”, il “Centro per il Contrasto della Pedopornografia su Internet”cncpo, l’“Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile”, la “Presidenza del Consiglio dei Ministri” — Dipartimento per le Pari Opportunità — e il “Coordinamento dei Centri contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia” cismai) con psicologi esperti nel settore, e Polizia Postale, soprattutto per quanto concerne il fenomeno della pedofilia. Un ragguardevole carico di energie e mezzi orientati a scoprire e sgominare il fenomeno. Gli abusi sessuali sui minori, infatti, sono spesso coperti da omertà e segreto, la maggioranza dei bambini e degli adolescenti che subiscono violenza, anche una volta divenuti adulti, mantengono il silenzio sugli abusi subiti. Le tecniche coercitive usate dai sex offenders e la difficoltà dei sistemi di tutela, sia nel proteggere le vittime che nell’incoraggiare e favorire la denuncia, non fanno che esasperare la situazione. La violenza si rinnova quando la documentazione fotografica e i video degli abusi entrano in circolazione tramite le nuove tecnologie e gli organi preposti a difendere la popolazione dal fenomeno non riescono ad agire in maniera coordinata per identificare e proteggere le vittime.
L’avvento di Internet e delle nuove tecnologie in generale ha cambiato radicalmente lo scenario di un fenomeno non nuovo. In rete circolano immagini e video pedopornografici spesso facilmente accessibili; il materiale può essere prodotto con altrettanta facilità utilizzando cellulari o videocamere e con rapidità caricato in rete, o può essere prodotto direttamente on-line tramite l’utilizzo delle webcam; inoltre la rete stessa può essere utilizzata come strumento per accedere a potenziali vittime.
Se poi l’abuso sul minore avviene in famiglia spesso il silenzio è causato dal fatto che al minore non appare assurdo essere abusato. Spesso, inoltre, quando il bambino trova l’evento strano, insolito o decisamente doloroso lo confida all’altro genitore che però, paradossalmente, giustifica l’abusante costringendo il minore a un silenzio che assolve il colpevole, ma condanna la vittima a reiterare l’esperienza o a viverla senza potersi ribellare.
Generalmente, infatti, la denuncia dell’abusante non parte dal coniuge o dal bambino, ma da una segnalazione dei servizi sociali o della scuola; spesso la confessione della vittima è una confidenza fatta a un amico, a un professore che si accorge del cambiamento di umore o di comportamento del minore o, più raramente, a un parente estraneo al piccolo nucleo.
Spesso anche gli abusi sessuali sulle donne non vengono denunciati. Il movente fondamentale pare essere la paura di eventuali rappresaglie, ma qualora la violenza sia consumata tra le mura domestiche, la causa del silenzio può essere una sottile forma di collusione con il colpevole. Viene così a configurarsi una sorta di gioco perverso tra carnefice sadico e vittima masochista. Molte di queste donne sono state bambine maltrattate fin da piccole, che trovano in una certa misura normale, quasi consueto, essere concepite come oggetti sessuali o come bersaglio di violenze di vario genere. Lo stupro non è altro che il prolungamento di un maltrattamento cominciato molto prima, al quale la bambina non ha saputo opporsi. La donna, divenuta adulta, persevera nel comportamento passivo infantile spesso, inconsciamente, cercandolo poiché con esso ha dimestichezza. È per questo che molte donne scelgono, inconsciamente, l’uomo che le picchierà o le violenterà. La donna che trova la forza e il coraggio di denunciare è quella che comincia a ribellarsi al proprio copione familiare, che vuole cambiare, in un certo senso, “guarire”.
(Attenzione! Questo è solo un estratto. Puoi leggere l’articolo completo acquistando il vol. n. 2 dicembre 2013)
Francesca Perone è Funzionario della professione giuridicopedagogica – Dipartimento amministrazione penitenziaria – Ministero della Giustizia a Roma.
RIASSUNTO:
Parole chiave: sex offenders, pedofilia, violenza, abuso, devianza, parafilia, sexual preference, donne, distorsioni cognitive, relapse prevention, stalkers, sindrome narcisista, personalità antisociale, dipendenza, tipologie psichiche, interpretazioni psicodinamiche, trattamenti.
L’articolo tratta il tema della devianza e della molestia sessuale nelle sue varie forme, proponendo una configurazione psicologica dei sex offenders. Si tenta di distinguere in tipi psichici diversi gli individui che mostrano un comportamento sessuale deviante, tenendo in considerazione elementi come la cosiddetta “preferenza sessuale” e attraverso ipotesi interpretative psicodinamiche che indagano la possibile influenza del rapporto con la madre e il padre nella patologia del sex offender.
Viene fornita una descrizione degli approcci adottati nel trattamento di questi disturbi e comportamenti, grazie ai quali gli individui sessualmente deviati possano recuperare le loro abilità sociali.
Questo studio indaga le possibili cause di tali devianze, proponendo una visione ampia ma approfondita del tema, con lo scopo di mettere in luce un problema non abbastanza indagato e spesso censurato persino dagli studiosi scientifici.
SUMMARY:
Keywords: sex offenders, pedophilia, sexual abuse, violence, deviance, paraphilia, sexual preference, women, cognitive distortions, relapse prevention, stalkers, narcissistic personality disorder, antisocial personality, dependence, psychic typologies, psychodynamic interpretations, treatments.
This article discusses the issue of sexual deviance and violence in their multiple forms, offering a psychological configuration of sex offenders. It attempts to describe sex offenders in different psychological typologies, taking into consideration their “sexual preference” and also psychodynamic interpretations, which examine the possible influence that the relationship with their mother and father might have in sex offender’s behaviour.
Furthermore, this study provides a description of the different types of approach adopted in the treatment of these disorders and behaviours, that might help sex offenders to recover their social skills.
It also focuses on the possible causes of deviance, suggesting a wide, detailed, view of the issue, aiming to highlight some aspects that are often excluded, or censored, even by the academics.
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., Report del seminario transnazionale “Il progetto wolf”, Roma 10-12 marzo 1999, a cura del Ministero della Giustizia–Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Istituto Superiore di Studi Penitenziari
Bach S., Le relazioni oggettuali sadomasochistiche, in Fogel G.I. e Myers W.A., Perversioni e quasi-perversioni nella pratica clinica, Il Pensiero scientifico, Roma 1994
Cooper A.M., Il nucleo inconscio della perversione, in Fogel G.I. e Myers W.A., Perversioni e quasi-perversioni nella pratica clinica, Il Pensiero scientifico, Roma 1994
Fornari F., Genitalità e cultura, Feltrinelli, Milano 19834
Giulini P. e Xella A.M., Buttare la chiave? – La sfida del trattamento per gli autori di reati, Raffaello Cortina, Milano 2011
Klein M. (1957), Invidia e gratitudine, G. Martinelli, Firenze 1969
Mahler M. e collab. (1975), La nascita psicologica del bambino, Boringhieri, Torino 1978
Mele F., Mio caro nemico, Armando, Roma 2010
Neumann E. (1956), La Grande madre, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1981
Stoller R., Hostility and mystery in perversion – International Journal of Psychoanalysis, 1974
Traverso G. (a cura di), Il comportamento violento sulla donna e sul minore, Giuffrè, Milano 1988