Jung e l’alchimia: Introduzione all’alchimia junghiana – di Diego Pignatelli Spinazzola

Jung e l’alchimia: Introduzione all’alchimia junghiana presenta un incredibile condensato e assortimento di teorie e insights analitici. Leggere pochi paragrafi o stralci apre lo spazio contemplativo al lettore destandone il potente numinosum carico di lava incandescente e compulsione. Il lettore più attento alle tematiche junghiane sarà sorpreso dall’affine somiglianza di preposizioni, sintassi e rimandi asistematici a là Jung allle Opere seguendo quindi la stessa asistematicità e sovrapposizione propria dello psicologo svizzero nelle corroborazioni empiriche, nella traiettoria verace ai temi ed ai soggetti della letteratura junghiana: uno su tutti l’alchimia non seconda allo gnosticismo ed a quella curvatura enantiodromica nel segno Ichthys che fu l’archetipo psicologico di Cristo ed il suo parallelo Cristo-Lapis che indaffarò assiduamente l’ultimo Jung delle Opere. Intessuta di un’abbondante terminologia rifacentesi al Mysterium coniunctionis (1955-56) e ad Aion(1951) nonché a Psicologia e religione (1938/40) e Saggio d’interpretazione psicologica del dogma della Trinità (1942/48) Psicologia e alchimia (1944) Jung e l’alchimia intende rischiarare al lettore i fasti di una poetica negletta da quell’oscillazione del pendolo che va per la sovra-generalizzazione del “vocabolario junghiano”o “di stereotipi, pop-cultura e modernità e nelle linee di tendenza quindi riferendosi ad uno Zeitgeist di lettura post-moderna nel mainstream e laddove invece seguendo le traiettorie dell’arcanum a vantaggio della sovramplificazione poetica di una trasposizione sincretica di idee prese dal retroterra gnostico di Jung “Jung e l’alchimia” si rivelerà essenzialmente un’ elaborazione ulteriore di quei temi cari al padre pioniere e fondatore della psicologia analitica proprio laddove egli non ne aveva lasciato intendere un’ulteriore estensione teorica e laddove in Jung e l’alchimia tento di riproporre riprendendo parallelamente lo stesso excursus junghiano e riemergendo dal “mare pescoso” della misteriosofica dottrina l’arcanus thesaurusprediletto, il magnete psichico quale archetipo psicologico di Cristo, quindi il parallelo Cristo-Lapis, l’Herakleion lithon, l’alexipharmakon e gli inestimabili cardini della quaternità, la Tetraktys, il serpens quadricornutus e il lumen luminum, la Trinità celeste e l’Antitrinità: il princeps huius mundi, Cristo e l’Anticristo, Castore e Polluce, i Dioscuri e l’antagonismo dei fratelli quali modelli primordiali archetipici e pre-secolari soggiacenti l’umanità, il Caduceo di Asclepio quale integratore degli opposti, il problema dell’apollineo e del dionisiaco quale parallelo ermetismo e gnosticismo, l’emergenza del positivismo e realismo scientifico quale contraltare al lumen naturae. Il testo si muoverà poi su altre tematiche junghiane quali il problema della crocifissione degli opposti, il summum bonum e la questione morale teologica a scapito dell’umbra Jesu, l’assumptio Mariae e il Dogma dell’Assunzione (1950) quale quarto elemento e quarta funzione individuata dall’analisi junghiana nella Trinità imperfetta (vedi Mysterium coniunctionis (1955/56) sostituita dallasimia Dei, dall’importanza radicale del gibbone o dall’anima mercurii concludendo poi con l’assioma di Maria Prophetissa detta l’Ebrea in un’ulteriore rielaborazione ontologica nel concetto di “splitting” e scissione patologica e nell’importanza di questa rivisitazione nel concetto di schizofrenia secondo un frame-work e un leit-motiv inerente al Mysterium coniunctionis per una riconsiderazione euristica e teorico-clinica del disturbo psicotico e della diagnosi schizofrenica. Sarà rivisitato quel “Quarto perduto” che fu l’assidua ricerca del Lapis philosophorum per gli adepti della materia arcana. Un excursus che si rivelerà al lettore e soprattutto all’analista, al cultore, al clinico professionista e all’addetto ai lavori nel contesto della trattazione e della letteratura classica delle Opere di C. G. Jung una narrazione poetica, un pastoso nettare, una metapsicologia intessuta ed assortita di insolite metafore familiari allo stesso Jung, ma che nella ricchezza e nella tonalità lirica ed arcaica di analogie e parafrasi sorprendentemente affini allo stile classico e originario del celebre psicologo di Zurigo, offrano in questa sede una reviviscenza ed un recupero di quell’originaria dialettica, semantica e impostazione creativa letteraria dello scienziato svizzero all’interno di un divenire mitopoietico e di un fare anima nel temenos della psiche junghiana quindi al centro dell’opus alchymicum proponendo di fatto un arcano distillato di saperi antichi quale perno e gioiello inestimabile della stessa narrazione junghiano-analitica.

Diego Pignatelli Spinazzola

Autore, scrittore, saggista, membro IAJS (International Association for Jungian Studies)

Riferimenti:

C. G. Jung., Aion: Ricerche sul simbolismo del Sé (1951), in Opere, vol 9 t.2, Bollati Boringhieri editore, Torino 2006.

C. G. Jung., Mysterium coniunctionis (1955/56), in Opere, vol. 14, t. 2 (a cura di) M. A. Massimello, Bollati Boringhieri editore Torino 2008.

Picinelli, Filippo, Mondo Simbolico, Milano 1669, Trad. Mundus symbolicus, Colonia 1687.

Pignatelli Spinazzola D., Jung e l’alchimia: Introduzione all’alchimia junghiana, Persiani 2015.

Pignatelli Spinazzola D., Alchimia Junghiana: Riflessioni teoriche di psicoanalisi junghiana e psicologia del profondo: Attraversando l’Opus alchemico di C. G. Jung, Persiani 2015.

Plinio Gaio Secondo, Historia naturalis, tr. Storia naturale, Einaudi, Torino 1982.

Sant’Ippolito, Elenchos (Refutatio omnium haeresium) in “Hyppolytos Werke”, vol iii, (a cura di) O. Wendland, in “Griechische christliche Schriftsteller”., Lipsia 1916. (Trad. Fr. Philosophumena on Rèfutation de toutes les heresies, (a cura di ) A. Siouville, 2 voll., Rieder Parigi 1928).

Hoghelande T., Liber de alchemiae difficultatibus in Theatrum chemicum.

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